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Associazione Culturale
Scuola di Liuteria Toscana

“Fernando Ferroni”

La Scuola di liuteria Toscana “Fernando Ferroni” nasce con due obbiettivi primari precisi e definiti, il primo consiste nel valorizzare e mantenere la tradizione liutaria toscana nel suo ruolo guida in ambito nazionale, ruolo guida che aveva già nel 400 e che è continuato ininterrotto fino a poco prima della crisi globale. Il secondo obbiettivo consiste invece nella formazione di un numero elevato di artigiani liutai professionisti preparati e consapevoli del proprio valore in grado di andare oltre ai confini nazionali e di aprire spazi commerciali con l’estero verso mercati ancora vergini che aspettano solo di poter apprezzare l’inventiva e la creatività toscane in ambito liutario.

La liuteria è una disciplina complessa, non basta solo costruire uno strumento per dirsi liutaio, ci vogliono buone capacità manuali, una elevato gusto estetico, un eccellente conoscenza della storia della cultura liutaria, è indispensabile padroneggiare con disinvoltura regole basilari di fisica acustica, di chimica, di alchimia, matematica, è necessario essere motivati, curiosi, mossi da una ossessiva spinta alla ricerca, sempre pronti al confronto, in grado di accettare critiche e giudizi e soprattutto bisogna essere i primi critici di noi stessi.

Saranno proposte un certo numero di regole tipiche della scuola Toscana riunite in un disciplinare che seppur non vincolante permetterà nel rispetto delle individualità di potersi elevare al di sopra dei concorrenti e di rendere riconoscibile ed apprezzato il nostro lavoro.

La scuola di liuteria è una scuola difficile ed impegnativa, la costruzione di uno strumento musicale è in grado di mettere ogni studente a dura prova e in competizione con sé stesso al fine di temprarlo e renderlo sicuro di sé e del proprio valore, un vero e proprio percorso iniziatico che consente, se ben eseguito, una elevazione anche spirituale dell’individuo.

Possiamo solo promettervi che noi ce la metteremo tutta per trasformarvi in professionisti, il resto spetta a voi, vi aspettiamo.

 

DISCIPLINARE DELLA SCUOLA DI LIUTERIA TOSCANA

“FERNANDO FERRONI”


Storicamente la scuola di liuteria toscana sin dal 1400 è sempre stata aperta a tutte le influenze stilistiche provenienti dall’esterno, non ha mai avuto per scelta una codifica ferrea di caratteristiche tecnico stilistiche ma ha sempre lasciato ampio spazio di manovra alla creatività e alla fantasia di ogni singolo artigiano. A differenza di altre scuole italiane ed estere, quella toscana è di gran lunga più antica e ha dato ampia dimostrazione di una versatilità ed una capacità di adattamento che le altre scuole non hanno mai avuto, questa sua peculiarità fa si che sia l’unica ad avere in potenza la possibilità di poter ancora evolvere e conquistare nuovi mercati.

A questo fine ecco una bozza indicativa di quelle che saranno le regole a cui verranno invitati ad attenersi i futuri studenti. Sia ben chiaro che non sono regole assolute e inviolabili, bensì dei semplici consigli, a cui col passare del tempo sarà facile attenersi al fine di proporre un prodotto diverso e moderno.


I modelli base a cui attenersi saranno tutti quelli a disposizione della raccolta della scuola che sono innumerevoli e spaziano dalle origini bresciane, cremonesi, veneziane, toscane, napoletane, bolognesi, milanesi, ognuna delle quali reinterpretate sempre dallo studente al fine di non produrre mai delle copie ma sempre degli strumenti propri.

I legni utilizzati saranno diversi e non obbligatoriamente il canonico acero di monte a taglio tangenziale che viene ormai proposto fino alla noia dalle altre scuole. Gli studenti potranno scegliere fra l’acero di monte, il riccio, il campestre, il pioppo nero e anche altre essenze rare nel caso ne siano venuti in possesso.

Il fondo sarà preferibilmente in un pezzo unico a taglio tangenziale al fine di rendere ogni strumento facilmente riconoscibile ed unico.

Il piano musicale sarà obbligatoriamente costruito con l’abete rosso maschio della Val di Fiemme di seconda e terza scelta, con i giri annuali irregolari e non troppo stretti, in due pezzi.

Le parti interne potranno essere in salice, abete o tiglio rigorosamente italiano.

Il filetto sarà abbastanza largo col nero esterno fine e il bianco interno largo, rigorosamente in legno, banditi i filetti in fibra.

Non ci saranno limitazioni alla scelta della forma delle dimensioni e del profilo del bordo, basterà tener conto che dovrà preferibilmente risultare abbastanza robusto e non troppo lezioso, caratteristica che dovrà risultare evidente su tutto lo strumento.

Le punte non dovranno in alcun modo raggiungere la lunghezza delle cremonesi e parmensi attuali ma non dovranno neanche essere troppo corte per non incidere sull’armoniosità della visione d’insieme dello strumento, dovranno avere la lunghezza giusta affinché non intralcino il cammino dell’arco durante l’esecuzione.

Le curvature del fondo e del piano non dovranno mai risultare troppo gonfie alla tedesca, o troppo piatte e gli sgusci non dovranno per nessun motivo risultare più profondi del filetto a lavoro ultimato.

Le caratteristiche della chiocciola prevedono che le ganasce non rispettino i dettami cremonesi ma che anziché esser piatte all’esterno fino al foro del’ultimo pirolo presentino una curvatura su tutta la superficie delle stesse fino ad innestarsi armonicamente con lo sguscio della voluta della chiocciola.

Il colore non dovrà mai in nessuna occasione essere troppo tendente al rosso, e dovrà anche essere sempre abbastanza chiaro, si devono poter apprezzare marezzature e caratteristiche dei legni valorizzati dal fondo oro della preparazione.

Sarà permesso l’uso di essenze diverse dall’ebano per la costruzione della tastiera

Il peso finito dello strumento verniciato senza montatura non dovrà superare i 360 grammi (nel violino).

L’uso di strumenti di lavoro sarà permesso solo nella misura in cui sia la mano dell’artigiano a comandare i movimenti sotto l’azione di punte, lame, frese o scartatrici elettriche. E’ vietato l’uso di strumenti a controllo numerico dove è la macchina e non l’artigiano a condurre il gioco.

La valutazione finale avrà come giudizio assoluto le qualità sonore dello strumento, subito dopo in ordine di importanza ci sarà il giudizio del lavoro manuale, la precisione e la bellezza dell’esecuzione.